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al testo di Amina Narimi
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Vagava nell'aria torbida e una lama stretta, consumava omicidi quella notte,inseguiva il criollo per vendetta del compadrito morto in Plaza Mayor con uno sparo,con un inganno. Dietro le pareti sospettose avvenne quella raffica : el tango del cuchillo nella coda verde dei suoi occhi duri,mi brillò
Andavo cercando Madrilena nell'arrabal,mia sorella, come una incerta rosa valorosa della Sierra Morena,i miei natali. Dietro i bidoni,quel suono all'angolo della bocca,mi tradì, scambiando delle sillabe l'ordine alle parole verse, narimi,nell'arpeggio balbettò
il peso della spada silenziosa, nell'asfalto i miei piedi nudi,il ciuffo nero e quel segno,l'inciso innominabile alla sfida, il giallo in ali al petto il rosso:un simurgh come un geco il tatuaggio,mio orgoglio, per tre dirham mi svelò il respiro, tra queste cose,in un cantone del suburbio, per un grammo mi mondò.
una milonga per me, in un istante eterno il canto -senza un prima, senza il dopo- l'otto al mio eroe,un coltello del nordest, ci unì Nel passo,nell'elegia,mi feci donna improvvisando il salto, "el tiempo que trama en la milonga venturosa la fiesta y la inocencia del coraje,odo l'eco en un istante brillaron le mani de color dell'Alcazar en la vereda" appena eri ombra scura,e subito perdido.
di guerra dei mosaici i fiori dove la pelle luccica la fiamma del ritorno Qualcuno fece il nome,qualcosa anche si disse in un cantone di un coltello,una stazione. -Ti sei giocato la vita? - Mi sta cercando quel nome,il brillio del dono. Solo Dio può sapere ciò che si cela nel nome, il rigonfio del coltello, "en los ojos el brillo y cerca corazón,el bulbito"
Ed ora io, sul patio col pergolato,sulle cime della Sierra, all'alba dell' ombù, nelle mie mani dure guardo brillare le vene come tendini di un laccio dove s'intrecció la nostra storia a nuove pietre
tra queste cose del tempo, dove ho giurato in quel tango del Ocho, l'Amor
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